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L’intervista a Raffaella Notariale

Creato il 13 dicembre 2010 da Yourpluscommunication


L’intervista a Raffaella Notariale

Cosa dice Sabrina Minardi in merito alla sepoltura di De Pedis nella Basilica di Sant’Apollinare?

La Minardi non sa il vero motivo, ma fa una deduzione: Enrico De Pedis aveva amicizie all’interno del Vaticano, in particolare all’interno del Vicariato di Roma (come il Cardinale Poletti, che ha autorizzato la sepoltura nella Chiesa, Mons. Pietro Vergari e Marcinkus), ed è proprio grazie a queste amicizie che coltivava ha avuto, poi, questa “fortuna”. Quando tocchiamo questo argomento, mi infervoro un po’, perché a me sembra veramente incredibile.

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Incredibile come il rapimento di Emanuela Orlandi oppure…

Secondo Sabrina Minardi, Emanuela Orlandi sarebbe stata rapita, perché i soldi che la banda della Magliana ( e riferendomi a questa, intendo in primis i “testaccini”, ovvero la parte più oscura e segreta, la vera parte criminale, la mente, che, per convenzione, chiamiamo banda della Magliana ma) la mafia ed alcune famiglie camorristiche avevano investito nello IOR, attraverso il Banco Ambrosiano di Roberto Calvi, erano poi finiti a finanziare Soliternos, il sindacato polacco e mai più tornati indietro. Il problema era proprio questo.

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Bisognava, infatti, ricattare le alte sfere del Vaticano, il Papa in particolare, per cercare, in qualche modo di far tornare questi soldi. Come di recente ha detto lo stesso Carlo Calvi (il figlio di Roberto Calvi) e come pensano alcuni magistrati, probabilmente, il rapimento della Orlandi, l’attentato al Papa, le foto fatte al Papa mentre sembra stesse facendo il bagno nudo (recuperate poi da Licio Gelli, il venerabile) il Calvi suicidato a Londra, sono fatti e avvenimenti collegati tra di loro che hanno l’unico scopo di ricattare il Vaticano al fine di recuperare quel denaro. Non mi sto inventando nulla, né sto scoprendo l’acqua calda, ma sono d’accordo con loro: secondo me, questi fatti, sono tutti legati.

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Anche per un altro dei misteri italiani irrisolti, il caso Moro, la Banda della Magliana fu chiamata in causa:secondo te, cosa avvenne esattamente?

Beh, l’ha spiegato molto bene anche Flavio Carboni, il cosiddetto faccendiere sardo- attualmente detenuto per l’inchiesta sulla P3- quando racconta che a vario titolo diverse persone, dai politici ai camorristi, chiesero alla banda della Magliana di cercare di capire dove fosse Moro. Al di là di questo, degli atti e delle dichiarazioni, l’impronta della banda della Magliana c’è ed esiste a partire dal falso comunicato delle BR, redatto all’epoca da Tony Chiarelli, il falsario per eccellenza della banda della Magliana. Firmandosi Brigate Rosse, in questo settimo comunicato affermava che il corpo di Aldo Moro era stato gettato nel lago della Duchessa e non era vero…era un depistaggio .

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La Banda della Magliana oggi esiste ancora?

Assolutamente no ma ci sono un po’ di personaggi con cui mi piacerebbe parlare ad esempio Pernasetti, il migliore amico di Enrico De Pedis, (attualmente in carcere) oppure, anche se difficile perché pare abbia pure un brutto carattere, con Colafigli che faceva parte del commando che uccise Renatino De Pedis in via del Pellegrino.Sarebbe fantastico riuscire a far parlare Fabiola Moretti, ma abbiamo visto cosa è successo per l’omicidio a Mino Pecorelli e purtroppo dovremmo fare a meno di lei, perché non credo lo farà mai.

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Quanto i mass media, le fiction ed i film hanno influito nella vita di Sabrina Minardi?

Per niente. Se poi facciamo riferimento alla prima intervista che mi ha rilasciato nel 2006, beh, un po’, dato che non dico di essere stata il suo tormento, ma ho insistito molto per averla. Dopo Sabrina Minardi è sparita, aveva deciso di disintossicarsi e, nel 2008, ha cominciato a parlare con i magistrati che sono andati a cercarla in clinica. Lei ha sempre cercato di farsi gli affari suoi riuscendo a vestirsi, per tanti anni, con un alone di mistero. Sabrina Minardi non ha mai chiamato o cercato né giornalisti, né magistrati. Ad influire sulla sua vita non è stato tanto quello che ha detto, ma quello che ha provocato. E se al fatto di essere una donna sola, oggettivamente malata, incapace di autogestirsi con il braccio destro fuori uso dal 2002, (in seguito ad un incidente per il quale è stata in coma per sei mesi) aggiungiamo la paura è facile capire perché abbia venduto la sua casa, si è ricoverata, ha paura a girare da sola o semplicemente a rispondere se qualcuno le chiede l’ora. Oggi Sabrina si sente tradita: proprio quando decide di fare qualcosa di buono agli occhi delle persone per le quali voleva riabilitarsi, dicendo le cose che sapeva, questi non le credono e, i suoi ex amici, la chiamano, come si dice in gergo carcerario, un’infame…Non trovando un senso a tutto ciò, è amareggiata.

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Come è iniziato il vostro rapporto?

E’ iniziato quando ho trovato dei nessi tra la banda della Magliana e il rapimento di Emanuela Orlandi. Un lancio ansa, poca roba ma sufficiente a farmi approfondire le ricerche in emeroteca. E’ chiaro che i documenti o le foto che attestavano la sepoltura di De Pedis non li ho trovati così semplicemente né, ovviamente, in emeroteca.

Poco per volta ho approfondito fatti e avvenimenti, fino ad arrivare al suo nome ed al suo indirizzo così, sono andata proprio a casa sua. Non è stato facile: si è fatta negare tante volte, altre mi ha fatto aspettare ore sul pianerottolo, molte sono state le buche. Quando finalmente ha deciso che era arrivato il momento, prima di farmi entrare  mi ha messo le mani sulla pancia, sui fianchi, sulla schiena..mi ha lasciata perplessa, poi ho capito…ho realizzato: voleva verificare che non avessi fili o microfoni addosso. Il primo incontro è stato così, a casa sua, e ricordo di aver parlato solo io; voleva sapere tutto di me prima di dire di se. Tante altre volte non si è fatta trovare agli appuntamenti ma io ho cercato di non desistere fino a quando non mi ha dato l’intervista.

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Qual è stato l’argomento più difficile da ascoltare e quale quello da narrare?

Da ascoltare, l’episodio che lei racconta essere avvenuto nella pineta di Ostia, di un omicidio di una bambina di 2 anni, circa. E’ stato difficile per lei raccontarlo e per me ascoltarlo. E poi questo rapporto malato con il padre, questo suo provocare il padre che non conosceva mi ha impressionata…non sono cose che senti tutti i giorni.

Essendo l’unica ad aver avuto un rapporto “esclusivo” con Sabrina Minardi, qual è la tua opinione su di lei? E’ nato un rapporto di amicizia tra di voi?

Non si può parlare di amicizia anche se, essendo una persona sofferente, non puoi provare indifferenza e, se ti chiede un aiuto, a prescindere dall’essere buoni, non si puoi rifiutarle una mano. E’ certo che si fida di me, altrimenti non mi avrebbe raccontato tutta una serie di cose alle quali, io, credo. Se si fida di te, riesce a sedersi, guardarti negli occhi raccontarti e raccontarsi. Con difficoltà, certo, non è una persona che parla in modo spedito e ha dei momenti in cui non ricorda o confonde, però, poi, respira, si tranquillizza e riesce a dirti tantissime cose. Il suo non è un racconto cronologico, esatto, dieci anni con De Pedis sono infiniti, e lei racconta delle cose, poi ne ricorda altre e da sola ricollega giorni, avvenimenti, date. Con un po’ di pazienza, ti offre un racconto di quegli anni, davvero inedito e pazzesco.

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…continua…

Marina Angelo

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http://nottecriminale.wordpress.com/2010/11/15/lintervista-esclusiva-a-raffaella-notariale-sabrina-minardi/

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